In loro questo termine si riveste di più connotazioni. Innanzitutto le passioni personali che li portano a coltivare le proprie arti: la fotografia, la scultura, ma anche la grafica e l’architettura. Quindi la passione per la propria città, che li incoraggia a dedicare ad essa una Mostra che la coglie nel periodo più trionfale dell’anno, in quella Settimana Santa in cui la città fiorisce e il suo popolo si riversa festante per le strade. La passione per la città li ha portati a scegliere come location d’elezione Palazzo Bruno di Belmonte, il Palazzo di Città per l’appunto, ma anche l’espressione più alta del Liberty in Sicilia, e anche qui l’omaggio è fatto all’architettura.

Dei giorni della Passione, le fotografie di Carmelo Falco e Giorgio Cappello raccontano le persone, cercano di cogliere i momenti intimi della fede, di immaginarne le storie che si nascondono dietro ai gesti di devozione, ma anche i grandi riti collettivi in cui la marea umana è mossa dalla stessa emozione, in cui i volti e i corpi dei portatori esprimono la stessa fatica e la stessa amorevole esaltazione. Senza trascurare i simboli, la liturgia, gli elementi del sacro che vanno raccontati soprattutto allo spettatore esterno, a prescindere del credo personale.

Due fotografi, due sensibilità e due sguardi differenti, anche per le tecniche utilizzate.

La fotografia di Carmelo Falco è più immediata, istintiva, da reportage. Pronta a cogliere l’immagine che si offre, a farla diventare narrazione, sentimento umano, mettendo al servizio di essa la sua perizia tecnica. Quella di Giorgio Cappello è più studiata, il momento viene preparato. L’utilizzo di ottiche manuali, la calibrazione dettata dall’occhio e dalla mano, lo portano a una fotografia più ragionata. C’è un’intenzionalità data dallo studio dell’arte e dell’architettura: si ritroveranno nei suoi scatti un richiamo a Caravaggio o ai pittori fiamminghi o, comunque il rispetto di una certa geometria, la ricerca di una linea di fuga, con grande attenzione alle architetture che circondano il soggetto.

Con Giuseppe Falco si aggiunge l’elemento scultoreo. Da anni si dedicata alla realizzazione di miniature del Cristo alla Croce e del Cristo alla Colonna, anche qui si incontrano più passioni: non solo quella del Cristo raffigurato, ma anche la passione del popolo per questi simulacri, tanto da desiderare di averli in casa, tutto l’anno, come numi tutelari. La realizzazione è accompagnata dalla presenza costante del committente: seguire i vari passaggi equivale a partecipare a una gestazione, seguire con trepidazione la venuta al mondo di un Cristo Padre che si fa bambino. Queste sculture dialogheranno con le fotografie, ma saranno anche sotto lo sguardo delle opere di Salvo Monica presenti nella pinacoteca comunale, un artista con una profonda attenzione per l’umano.

Nell’allestimento la passione per l’architettura di Giorgio Cappello e quella per la grafica di Carmelo Falco trovano il giusto connubio. I colori scelti sono il rosso e l’azzurro, i colori delle due confraternite dei “Cavari” e dei “Nunziatari”. Vengono proposti nella forma perfetta dl quadrato, in un geometrico abbraccio che è espressione di equilibrio, di partecipazione condivisa nella costruzione di una narrazione completa della vicenda della Passione e della Risurrezione di Cristo.

È la presenza di tutti questi elementi a distinguere per compiutezza la Settimana Santa di Ispica.

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Evelina Barone